














Sicuramente Crisa è mosso dall’urgenza creativa che lo esorta a non badare al medium. Per lui la fragilità del supporto diviene spesso metafora essa stessa di un equilibrio precario uomo-natura e dell’ hic et nunc contrapposto alla forma mortifera e barocca dell’effimero.
La naturale evoluzione delle giungle urbane e suburbane che aprivano improvvisi mondi autocritici tra gli spazi abitati sembra quella di una riflessione più complessa su contenitore e contenuto. Sono valutazioni multidimensionali che Crisa ha sempre mostrato fin dalle prime balene fluttuanti su muri diroccati e fatiscenti che ora approdano a un’interpretazione del frammento e della lacuna in chiave brandiana: non costituiscono, ossia, frantumazione dell’immagine o assenza di sue parti ma una raggiunta e piena autonomia estetica.
Su questi lacerti contemporanei grava il peso della Storia umana con le sue sconfitte e lezioni raramente ascoltate. Oggi il mondo fa i conti con un clima impazzito e l’ansia di prossime catastrofi. Un pianeta in frantumi dal disastroso destino su cui disegnare nuove geografie.
Efisio Carbone
Galleria Macca. Palazzo Amat – edificio storico, Via Alberto Lamarmora, 136, 09124 Cagliari CA, Italia